Il Dipartimento di Scienze dell’Università degli Studi della Basilicata,
con il sostegno di SCI Basilicata, Divisione Didattica SCI, ANISN, Associazione Culturale Chimicare, Associazione Studentesca CAMING, Aracne editrice, organizzano nella giornata di venerdì 20 aprile 2018 il
Nell’ambito della stessa giornata tematica, nella mattinata dalle ore 10.30 alle ore 13.00 si terrà la VII assemblea sociale 2018 dell’Associazione Culturale Chimicare, eccezionalmente aperta a tutti i partecipanti del workshop (anche non soci Chimicare) che vorranno parteciparvi.
cittadella universitaria a Potenza
Chiuderà la rassegna alle ore 18:00 con un aperitivo buffet offerto a tutti i partecipanti.
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Questo articolo si colloca nell’ambito della rassegna “I Lunedì della Cultura Chimica“,
iniziativa curata dal chimico ed epistemologo Giovanni Villani, con il sostegno tecnico-scientifico dell’Associazione Culturale Chimicare
Sono stato a lungo indeciso se chiamare questo primo lavoro, quello generale e di introduzione, “Introduzione alla filosofia della chimica” o “Introduzione alla filosofia chimica”. Apparentemente sembrano due espressioni identiche o quasi, ma in realtà hanno due significati diversi. Nella prima, sia il termine “filosofia” sia il suo argomento “della chimica” sono di tipo disciplinare e, quindi, siamo nell’ambito della filosofia della scienza e, in particolare, della filosofia della disciplina che si chiama chimica. Nella seconda, il termine “filosofia” indica “punto di vista, approccio, ecc.”, cioè tutte quelle caratteristiche che possono specificare “come la pensa e come opera la chimica” e tutte insieme ne costituiscono la sua “filosofia”. Ho optato per questa seconda scelta, più culturale e meno disciplinare. È stato un mio collega e amico Alessandro Giuliani dell’Istituto Superiore di Sanità di Roma, che sta scrivendo insieme ad un filosofo (Ermanno Bencivenga) un libro intitolato appunto “Filosofia chimica”, a richiamare la mia attenzione su questa piccola, ma non irrilevante differenza.
Continua...[ Intervista a Corrado Prever, webmaster ed esperto SEO con formazione scientifica (geologo), con alle spalle un’esperienza da blogger, nonché storico associato Chimicare. ]
Chimicare – La comunicazione scientifica ai tempi del web.2: mettendosi dal punto di vista dell’utente, ovvero del navigatore, quali sono i vantaggi e quali gli svantaggi del pluralismo democratico applicato ai mezzi informativi?
C.P. – Prima di tutto un saluto a tutti gli associati, è un privilegio poter essere qui oggi seppur in forma virtuale per rispondere a queste domande.
L’utente di internet oggi si trova di fronte davvero ad un mare di informazioni, un oceano, quasi sempre disorganizzate, spesso frammentarie e talvolta errate. Non è raro trovare pagine mancanti, collegamenti poco chiari, siti che parlano di tutto e di niente.
Gli algoritmi di ricerca di Google e di altri motori di ricerca ancora sono ben lontani dal capire se le pagine che suggeriscono nella ‘top ten’ sono davvero le pagine migliori qualitativamente e quantitativamente in merito ad una certa ricerca effettuata.
Nonostante questo quadro i vantaggi che ha oggi l’utente sono comunque indubbi. Nell’era del web 2.0 non solo è possibile reperire informazioni di qualità ma anche intervenire in prima persona scrivendo opinioni, considerazioni, esperienze, suggerimenti.
Dalla connotazione popolare secondo la citazione di Primo Levi ne “Il Sistema Periodico” quasi come sinonimo di “analizzare”, il termine Chimicare viene rivisto nella prospettiva dell’evoluzione culturale e storica della professione del chimico e della sua percezione da parte del grande pubblico dei non addetti ai lavori, fino alla ricollocazione in chiave assolutamente nobile del termine in qualità di “applicazione del punto di vista chimico”, significato che sarà poi fissato nell’intitolazione dell’omonima associazione culturale per la diffusione e la promozione della cultura della chimica, nell’aprile 2011.
E’ presentato il video slide-show tratto dal testo del 2009 già pubblicato nelle pagine della rubrica chimiCOMPRENDE del sito Chimicare.org, con lettura ed interpretazione a cura dell’attore di Valerio Dell’Anna.
“In realtà avevo sentito usare questa espressione ben da prima di leggerla nella pagine di Primo Levi, quando nel capitolo “Arsenico” della sua raccolta di racconti autobiografici ispirati alla sua vita professionale “Il sistema Periodico”, racconta di un dignitoso signore che un giorno gli porta una campione di zucchero sospetto“da chimicare”. Chimicare nella sua accezione popolare significa in senso stretto “analizzare”, nulla di più, ovvero sottoporre ad analisi chimica. Si scoprirà in seguito che quello zucchero era stato corrotto con arsenico da parte di qualcuno che a quel distinto signore proprio non voleva tanto bene.
Il “lato chimico” dell’edizione speciale unificata dei carnevali scientifici della Chimica e della Fisica
in occasione del IV congresso dell’International Academy of Astronautics (IAA)
sul tema “Cercando Tracce di Vita nell’Universo” – Repubblica di San Marino, 25-28 settembre 2012.
I contenuti a carattere prevalentemente fisico e/o astronomico della stessa edizione unificata
ono invece ospitati da Scientificando nel #35 Carnevale della Fisica.
Ci sono momenti nella storia dell’uomo nei quali le cose intorno a lui cambiano con tale velocità, o cambiano su piani di conoscenza tali, per cui quando a distanza di anni acquistiamo all’improvviso la consapevolezza del cambiamento – talvolta addirittura radicale – dalle condizioni e dalle convinzioni della nostra infanzia, ci chiediamo sconcertati dove fossimo stati nel frattempo, a cosa stessimo pensando. E’ successo così con tante grandi scoperte ed invenzioni del passato, che sono state avvertite dalla popolazione solo nel momento in cui si sono presentate loro sul posto di lavoro, sotto forma di nuove macchine, oppure a supporto dell’attività domestica, ma anche in forma di consapevolezze nuove: fino ad una certa generazione era stato il buon Dio a crearci, uomini e donne già bell’e pronti, mentre dalla generazione successiva eravamo tutti i pronipoti di uno scimmione che camminava incertamente su due gambe.
Continua...La notizia non è freschissima – nel senso che è da alcune settimane che rimbalza da una parte all’altra del web e social network tra gli appassionati di divulgazione scientifica – pero’ la sua importanza è tale che non avremo potuto perdonarci che qualche blogger non leggendola si lasciasse sfuggire questa occasione davvero ghiotta.
Stiamo parlando dell’Edizione Unificata dei Carnevali Scientifici, che per la prima volta riunirà sotto un unico affascinante tema “Cercando Tracce di Vita nell’Universo” il Carnevale della Chimica e quello della Fisica, in un’edizione speciale di fine estate. La dead line per l’invio dei contributi è infatti fissata per il 9 settembre, accorpando di fatto sia l’edizione di agosto che quella di settembre della rassegna.
L’opportunità dalla quale è scaturita questa decisione per certi versi insolita nell’esperienza dei carnevali scientifici italiani è giunta in seguito all’interessamento verso in nostro format di condivisione, discussione e divulgazione di argomenti scientifici a tema, da parte del comitato organizzativo del 4° Congresso della IAA (International Academy of Astronautics) che fa capo al Convention & Visitors Bureau della Repubblica di San Marino. Attraverso un accordo di collaborazione – senza finalità di lucro – per il supporto scientifico e promozionale dell’evento, l’Associazione Culturale Chimicare è stata chiamata ad occuparsi dell’organizzazione dell’edizione unificata dei due carnevali scientifici, insieme alla presentazione nel pomeriggio di martedì 25 settembre a San Marino del fenomeno stesso dei carnevali scientifici sul web.
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Se la chimica, con i suoi oggetti ed i suoi fenomeni, affonda le radici nella fisica tanto da poter essere sotto un certo punto di vista considerata alla sorta di una scienza di dettaglio, quasi una speculazione all’interno dell’universalità di quella che un tempo era definita “la filosofia naturale”, la frequenza ridotta ed il livello di trattazione – spesso troppo professionale o, al contrario, eccessivamente superficiale – di questa zona d’interfaccia, ovvero di quelle parti della fisica che giustificano, spiegano e sorreggono le fondamenta della disciplina chimica, risultano evidenze ancor più inspiegabili all’interno di una blogsfera dove ormai si parla veramente di tutto ed in tutti i modo possibili.
Dalla struttura dell’atomo alle interazioni fra onde elettromagnetiche e materia, dalle transizioni di fase alla cinetica dei gas, dalla natura dei plasma alle proprietà dei cristalli, dalle reazioni nucleari agli orbitali di antilegame…
Qualcuno ha detto che l’irrinunciabilità del ricorso ai formalismi, tanto a quelli concettuali quanto a quelli matematici, per descrivere un fatto scientifico non è altro che un sintomo di una conoscenza non ancora sufficientemente profonda dell’argomento.
Essere un genio in una certa disciplina non significa necessariamente aver realizzato in essa una grandiosa scoperta, ma anche semplicemente aver “scoperto” il modo, il percorso per abbattere i suoi confini: non soltanto quelli che la separano dalle altre discipline, ma in primo luogo proprio quelli, di solito i più tenaci, che la rendono inaccessibile, e spesso anche inaccettata, dal folto mondo dei non addetti ai lavori.
La genialità di Primo Levi, chimico e scrittore torinese (1919-1987), consiste proprio in questo.
Oltre l’esperienza del chimico, maturata in ambiti molteplici e variegati, inizialmente artigianali, successivamente industriali, a partire dall’Italia del primissimo dopoguerra, oltre l’esperienza umana inimmaginabile – e pure vissuta – della deportazione e della vita presso il campo di concentramento di Auschwitz, oltre l’abilità narrativa, nata non a caso proprio dall’urgenza di raccontare le atrocità vissute nei più noti scritti autobiografici “Se questo è un uomo” e “La tregua”, e successivamente confermata da una carriera letteraria di tutto rispetto…
Oltre a tutto questo, vi è il Primo Levi divulgatore scientifico. Una figura fondamentale a livello internazionale nel suo ruolo di mediazione culturale fra un mondo di scienza e conoscenza chimica ritenuto dai più indecifrabile, un po’ iniziatico ed al quale guardare con una certa diffidenza, ed il mondo dei non chimici, dei non scienziati, quello della gente comune, che magari la chimica l’ha a malapena conosciuta a scuola, o forse neppure lì.