Il premio Nobel per la Chimica 2016 è stato assegnato a Jean-Pierre Sauvage, Sir J. Fraser Stoddart e Bernard L. Feringa “per il design e la sintesi di macchine molecolari”.
Il prof. Sauvage si è gentilmente offerto per una videointervista a Chimicare, che riportiamo di seguito. Vorrei però prima introdurre brevemente la ricerca che ha portato questi tre scienziati a vincere il Nobel.
Una macchina molecolare è in pratica una struttura complessa, formata da una o più molecole che interagiscono tra di loro e che rispondono ad uno stimolo attraverso una forma di movimento, con un meccanismo che somiglia al funzionamento di una macchina macroscopica, come un ascensore, un braccio robotico o una automobile. Le macchine molecolari non sono un’invenzione dell’uomo, anzi gli esempi in natura sono innumerevoli, come gli enzimi o le proteine: complessissimi robot che per facilitare una reazione chimica possono manipolare le molecole, spostandole da una parte e dell’altra, utilizzando “pinze” e “ganci” per afferrarle e trasportarle. Il lavoro di questi tre scienziati ha permesso di riprodurre in piccola scala alcuni di questi meccanismi. Hanno ottenuto, per esempio, una nanoautomobile capace di muoversi su una superficie; un ascensore molecolare, in cui una molecola ad anello si muove lungo un “cavo molecolare” costituito da una catena di atomi legati tra di loro; un muscolo artificiale, nel quale due molecole composte da una lunga catena di atomi sono vincolate tra di loro ma libere di scorrere, in risposta a specifici stimoli, allungandosi e contraendosi.
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