In questo articolo andiamo alla scoperta delle ammine aromatiche, composti organici utili in svariati settori industriali (dai coloranti al settore farmaceutico), ma anche molto pericolosi per la salute dell’uomo, in quanto cancerogeni.
formula di struttura dell’anilina
Le ammine possono essere considerate dei derivati dell’ammoniaca, in cui uno o più atomi di idrogeno sono stati sostituiti con gruppi alchilici o arilici. Il simbolo generale per una ammina è NR3 dove R rappresenta gruppi alchilici o arilici o atomi di idrogeno.
Il capostipite della famiglia delle ammine aromatiche è l’anilina, un’ammina primaria la cui struttura è quella di un benzene, in cui un atomo di idrogeno è stato sostituito da un gruppo NH2. A temperatura ambiente si presenta come un liquido incolore dall’odore tipico delle ammine (pesce marcio).
L’anilina può essere prodotta in due modi.
1. Dal nitrobenzene, per riduzione con ingredienti economici, come ferro e acido cloridrico (o mediante idrogenazione catalitica)
2. Per trattamento del clorobenzene con ammoniaca, ad alte temperature e pressioni e in presenza di catalizzatori (in una reazione di sostituzione nucleofila aromatica).
La prima sintesi dell’anilina avvenne partendo da benzene di catrame (che nel XIX secolo si poteva procurare abbastanza facilmente), che veniva ossidato con acido nitrico per formare nitrobenzene, poi ridotto a formare anilina.
Continua...Dipartimento di Scienze, Università della Basilicata
11 marzo 1954, Giulio Natta e i suoi collaboratori scoprono il polipropilene isotattico: il primo e più importante polimero stereoregolare di sintesi. Oggi, il polipropilene compie sessanta anni ma… ne mostra venti, sempre giovane e al centro di un’intensa attività di ricerca.
Come si arrivò alla sua scoperta che apparve sin dall’inizio come rivoluzionaria? Quali furono le intuizioni, gli imprevisti incontrati, la logica seguita e il contesto storico che ne rese possibile ’l’invenzione’?
In Natura, o meglio, tra i viventi, i polimeri stereoregolari sono la norma. Infatti, il requisito di una ben determinata stereochimica è indispensabile affinché le macromolecole biologiche possano svolgere la loro funzione biochimica. Ecco allora che la gomma naturale (presente nel lattice di innumerevoli piante, con la funzione di antiparassitario) è poliisoprene-1,4-cis (rigorosamente cis…). La cellulosa è un polisaccaride in cui il glucosio è legato mediante specifici legami 1,4-β-glicosidici (che ce lo rendono non commestibile…). Invece, nell’amilosio il glucosio è concatenato mediante legami 1,4-α-glicosidici (che ce lo rendono appetitoso…). Le stesse proteine soddisfano una rigorosa stereochimica che impone legami peptidici di tipo trans e amminoacidi di tipo L…Tutto ciò è il risultato di una specifica attività enzimatica, patrimonio esclusivo dei viventi.
Gabriella Butera e Filippo Luzzu
Negli ultimi decenni si sono raggiunti traguardi importanti nell’utilizzo di materiali biodegradabili nei più svariati campi di applicazione: dalla realizzazione di piatti e stoviglie monouso a prodotti altamente ingegnerizzati che trovano utilizzo nelle attività di ripristino e risanamento ambientale.
Ad oggi le sostanze plastiche non biodegradabili più comuni derivano dal petrolio o da processi di sintesi. I prodotti, sviluppati principalmente nel secolo scorso hanno trovato un grandissimo impiego nei più diversi campi applicativi, sostituendo con successo i materiali convenzionali fino ad allora usati. Tali sostanze presentano proprietà quali la leggerezza, la flessibilità, l’elasticità, la facilità di lavorazione, la viscosità allo stato fuso o in soluzione e in generale un basso costo di produzione. Queste proprietà le rendono idonei a molteplici ruoli e per lunghi periodi di tempo. Le sostanze plastiche sono principalmente composte da polimeri costituiti da macromolecole a struttura prevalentemente lineare. Essi mostrano una catena principale formata, nella maggior parte dei casi, da atomi di carbonio e questo è il motivo per cui essi vengono anche definiti polimeri organici.
Uno dei polimeri più semplici e comunemente usato, è il polietilene (PE) (-C2H4-)n (Fig.
Continua...Il processo che porta alla nascita di un nuovo farmaco è qualcosa di straordinariamente complesso e articolato anche solo da immaginare.
La necessità di ottenere composti sempre più efficaci e, soprattutto selettivi nei confronti di un determinato bersaglio e, di conseguenza, con un minor numero di effetti collaterali fa si che gli sforzi per fare arrivare nei cassetti delle farmacie nuovi principi attivi siano decisamente accresciuti negli ultimi tempi. La sfida oggi consiste nel progettare farmaci in grado di agire esclusivamente, o quasi, nei confronti di un bersaglio specifico e, possibilmente, caratterizzati da una elevata potenza a basse concentrazioni Dentro ad una piccola scatola ci sono anni e anni di ricerca, di prove sperimentali, di studi clinici e un enorme capitale: un investimento non da poco. In genere sono necessari almeno 10-12 anni prima che sia possibile disporre di un nuovo principio attivo sul mercato.
Come nasce un farmaco?
fasi di sviluppo di un farmaco
L’ideazione di un nuovo composto è uno step fondamentale, consiste nell’individuare l’area terapeutica di interesse, la patologia specifica verso cui agire e, nella maggior parte dei casi, il “target”, ovvero l’elemento o il meccanismo biologico su cui intervenire per modificare il percorso di una malattia.
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